[REC] 4 – Apocalipsis

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Regia – Jaume Balaguerò (2014)

Sono passati sette anni da quando, in Spagna, un giovane regista di genere riportò in auge il found footage e creò l’unica saga zombi europea di successo. Oltre a rivitalizzare il cinema iberico e a renderlo esportabile in tutto il mondo.
Due considerazioni: tutti i capitoli di Rec sono girati in lingua spagnola, così come gli altri film di Balaguerò, a sottolineare quanto sia idiota l’assunto secondo cui bisogna girare in inglese per smerciare una pellicola all’estero; il primo Rec, nonostante appartenga al sottogenere del filmato ritrovato, o mockumentary, o come diavolo piace chiamarlo a voi, era diretto da un regista con enormi attributi tecnici, come aveva dimostrato nelle sue opere precedenti, e avrebbe dimostrato poi in quelle successive.
Il franchise di Rec è rimasto saldamente in mano ai suoi creatori, il già citato Balaguerò e il suo amichetto Paco Plaza. Se i primi due erano co-regie, per il terzo e il quarto capitolo i due si sono spartiti equamente la torta e a Plaza è toccato occuparsi di Genesis, mentre a Balaguerò di Apocalipsis.
Il terzo film è piaciuto solo a me e a un paio di altri matti. Io lo avevo addirittura inserito tra i migliori horror del 2012. Adesso, con l’uscita dell’ultima installazione della saga, e il ritorno in cabina di regia di Balaguerò, i detrattori di Genesis non so davvero a cosa potranno appigliarsi. A meno di non voler stroncare anche questo per partito preso.
Già, perché Rec 4 – Apocalipsis non è un found footage. O meglio, strizza l’occhio al found footage e, nello stesso tempo, lo rinnega, come aveva fatto il film di Plaza. Non solo, ma abbraccia pienamente la struttura del suo predecessore, fottendosene alla grande della serietà e buttando il tutto in farsa. E lo fa maledettamente bene.foto-rec-4-apocalipsis-4-443Rec 4 inizia dove era finito Rec 2: i militari fanno irruzione nel condominio maledetto per farlo saltare in aria. Lì trovano una superstite, Angela Vidal (Manuela Velasco), la presentatrice che aveva documentato gli avvenimenti del primo film. Prima che tutti possano uscire sani e salvi, gli infetti fanno una strage.
E chi sopravvive si risveglia su una nave, presidiata da mercenari per nulla simpatici, priva di contatti radio con la terraferma e persino senza scialuppe di salvataggio. A capo della sospetta faccenda, c’è un gruppo di medici, intenti a fare analisi a tutti, onde evitare che il temibile virus, già responsabile dei casini condominiali e matrimoniali dei tre film precedenti, si diffonda causando l’apocalisse del titolo.
Anche questa volta, Balaguerò predilige l’unità di tempo, luogo e azione, per scatenare i suoi veloci e rabbiosissimi simil zombie. Il contagio avviene tramite una scimmia a cui è stato iniettato il virus e che viene liberata per andare ad azzannare il cuoco di bordo.
E finire cotta dentro una pentola. Il cui contenuto andrà a nutrire l’equipaggio.
Insomma, Rec 4 è una specie di Blu Profondo con gli zombi. Per la gioia di grandi e piccini.

Nell’ordine abbiamo: scimmie zombi, parassiti disgustosi e lumacosi, infetti che corrono come matti per i corridoi della nave azzannando e sgozzando tutto ciò che si muove, Manuela Velasco armata di motore fuori bordo per triturare teste (e altre scimmie zombie), tanto splatter artigianale di gran pregio, alcuni effetti in una CGI nient’affatto disprezzabile (tutti i campi lunghi della nave in mezzo alla tempesta sono molto credibili) e, soprattutto, uno stile fluido e maturo che rinuncia quasi del tutto alla macchina a mano, lasciandola solo in pochi stacchi per le sequenze più concitate e preferisce avvalersi di steady e carrelli, come nella migliore tradizione dell’horror navale, quello tra paratie e corridoi.

REC+4+APOCALYPSE+PHOTOSLIDELa sceneggiatura, a firma dello stesso Balaguerò e di Manu Dìez ce la mette tutta per collegare i tre episodi della saga tra loro e per dare, finalmente, una spiegazione alle origini del virus e concludere degnamente una serie di film che, nel suo piccolo, ha fatto la storia del cinema di genere spagnolo.
Forse qualcuno avrebbe preferito una fine più epica, ma la dimensione ristretta e limitata scelta da Balaguerò è del tutto in linea con il franchise, da sempre espressione di un orrore “condominiale” e non globale e che deve la sua efficacia proprio a queste caratteristiche, così distanti dai cugini americani, intenti al contrario a mostrare gli effetti del contagio su scala molto più grande.
Rec 4 è molto coerente. Si accoda all’evoluzione tecnica degli altri film: dall’unica telecamera del primo, alla moltiplicazione dei punti di vista del secondo, passando per il ritorno al cinema tradizionale del terzo e optando, alla fine, per dei timidi richiami alle origini, ma sempre nel solco di uno stile di ripresa puramente cinematografico. E così Balaguerò piazza telecamere di sorveglianza per ogni angolo della nave e ci mostra spezzoni del filmato ritrovato in seguito agli avvenimenti del primo film, facendoci vedere cosa era successo ad Angela dopo quell’ultima, indimenticabile scena di Rec.
Ma si tratta di ammiccamenti, quasi di fan service, per quanto inseriti con grande naturalezza nel contesto. La realtà ci dice che il meccanismo del found footage era già stato superato nel terzo film e che riprenderlo sarebbe stato un tornare indietro.

2Non si tratta di sputare nel piatto dove si è mangiato per anni: né il nome di Balaguerò né quello di Plaza sono legati esclusivamente a quel modo di fare film. Si tratta invece di non ripetersi, di non andare sul sicuro e di fare il tentativo di raccontare storie simili con tecniche diverse.
Certo, la potenza del primo film, quel suo essere un puro meccanismo di terrore e niente altro, in un’essenzialità che sfiorava la perfezione, è irripetibile.
E allora si cazzeggia.
Ma lo si fa con classe, divertimento e tanta consapevolezza, acquisita da anni di consolidata esperienza.

Piccolo edit: oggi siamo usciti, inconsapevolmente, in 3d. Tre blogger, tutti con lo stesso film. Vi linko molto volentieri le recensioni dei miei colleghi.
Recensione del Bradipo
Recensione di Erica 

25 commenti

  1. bradipo · ·

    oh, oggi abbiamo pubblicato in stereo. E vedo con piacere che la pensiamo alla stessa maniera. Divertimento e vagonate di zombie serviti su un piatto d’argento. E definirlo un Blu profondo con gli zombie è bellissimo. Anche a me il terzo era piaciuto da matti: Leticia Dolera in abito da sposa e motosega è una visione indelebile nella mia memoria cinefila….

    1. Siamo usciti addirittura in 3d 😀
      Giuro che non lo sapevo!
      E hai ragione sull’adorabile Leticia Dolera. Un’icona

  2. Io faccio parte di quei matti che avevano difeso la boda de sangre e posso dire che anche questo Apocalipsis mi ha soddisfatta molto! “Monoooos!!!” XD

    1. Monoooooooooooooooooooooos!!!! Scena Epica!

  3. Fan della prima ora · ·

    Non l’ho ancora visto e rimedierò al più presto. Il primo film mi sembrò una gemma horror così preziosa che ho apprezzato non poco i lati comici del 3 – La genesi (così la saga è rimasta godibilissima senza morire di consunzione). Inoltre Bradipo mi ha tolto le parole di bocca: la sposa imbrattata di sangue è rimasta marchiata a fuoco nella mia mente come una delle cose esteticamente più belle di tutto il cinema che abbia mai visto. Manuela Velasco armata di motore fuori bordo… già gongolo… che sia poi una citazione da Splatters – Gli schizzacervelli?

    1. Credo che sia intenzionale, la citazione di Splatters. La Velasco è impressionante. Urla come le migliori scream queen degli anni ’80 😀

  4. Pure io ho adorato il 3, dai che non siamo così pochi in fondo! 😀
    Condivido tutto, ho rivisto il primo l’altro giorno e, nonostante l’avessi guardato parecchie volte, continua a farmi cagare sotto in modo imbarazzante. Ed è proprio l’ambientazione ristretta la potenza di Rec, nel primo un condominio che potrebbe essere uno qualsiasi delle nostre città (peraltro il corridoio della vecchiaccia nel primo è praticamente identico a casa di mia suocera) e nel quarto la nave, dove avviene tutto e non c’è possibilità di cambiare contesto. Ovvio che non potrà mai più terrorizzare come il primo, ormai sappiamo tutti di che si tratta, ciò nonostante non è banale, furoreggia e la scena Monoooosssssss che cita anche Bollina rimarrà memorabile come quella dei canguri in Wolf Creek 2. Inoltre Manuela Velasco è identica agli albori, con gli stessi abiti, pertanto hanno curato ogni particolare. Insomma, bellissimo punto e basta.
    Non sono certissima che sia la fine, la scena finale un pochino mi fa ipotizzare che se gli venisse in mente potrebbero pure fare un Rec 5, catastrofico come non mai. Ma forse è una mia sciocca illusione, guarderei la saga di Rec per tutta la vita. Dovrei recuperare il 2 che al tempo non mi piacque, non si sa mai che lo rivaluti.

    1. Ma parliamone della Velasco, per cortesia. Che sono passati quasi otto anni e lei sembra non sia invecchiata di un giorno.
      Di sicuro le premesse per un quinto capitolo ci sono. Però tutti dicono che questo è davvero l’ultimo.
      Per quanto riguarda il secondo, amica, a me non piacque affatto. Ma, anche quello, dovrei rivederlo…

      1. Mi ricorda tanto Marisa Tomei, donne che mantengono inalterata la loro freschezza. Non per forza delle gnocche da paura, secondo i canoni più banali. Ma semplicemente belle (almeno a mio parere).
        A questo punto tocca rivedere Rec 2, possibile sia stato l’unico che ci abbia fatto schifo?
        Poi un’altra cosa, a proposito di Rec. Ma è possibile che Balaguerò sia stato in grado di mettere in scena un horror giustissimo ambientandolo in un condominio qualunque, con gente qualunque? Possibile che non si possa fare una cosa altrettanto valida in Italia? Non me ne farò mai una cazzo di ragione.

        1. Perché qui nei condomini ci mettiamo la portiera pettegola, il prete che abita al secondo piano, il carabiniere del terzo, il negro buono dello scantinato e il negro cattivo dirimpettaio.
          Questo sappiamo fare. E basta.

  5. Giuseppe · ·

    Se si cazzeggia bene – e a Balaguerò la capacità di farlo credo proprio non manchi – non si fa peccato: l’adorabile scimmietta in questione, poi, sa tanto di citazione del giovanile Peter Jackson pure a me. Chissà che questo quarto capitolo, con il suo ricollegarsi nella maniera più logica possibile (provandoci con coerenza, se non altro) a quelli precedenti, non mi faccia davvero riconsiderare il secondo sotto una luce diversa…

    1. La prima cosa che ho pensato, mentre scorrevano i titoli di coda di Rec 4 (e a proposito, occhio alla canzoncina) è stata: “Devo rivedere il secondo capitolo. Non è possibile che mi siano piaciuti tutti tranne quello”.

      1. Fan della prima ora · ·

        Non ti preoccupare, finirà per piacerci anche il secondo. Come per tutti gli elementi un po’ più deboli, come faremo alla fine a non volergli altrettanto bene?

        1. Esatto! Alla fine anche i pezzi più sfigati di una bella saga restano nel cuore

  6. Fa piacere due cose: 1) che l’origine di questa serie è tutta europea 2) che si puole reinventare anche senza stravolgimenti assurdi e deliranti (World War Z) o ipermegacitazionisti a cazzum , ma facendo le cose per bene.

    1. Rec ha reso un servizio enorme al cinema spagnolo, ed europeo in generale. Per un certo periodo, è sembrato quasi che si potesse competere con gli Stati Uniti. Poi non è andato tutto per il verso giusto, ma almeno ci hanno provato.

  7. Lo guarderò senz’altro nel week-end! Poi ne scrivo, così confrontiamo come di consueto le nostre opinioni in tema. A presto!

    1. Se ricordo bene, a te il terzo non era piaciuto, vero? Allora difficilmente apprezzerai questo, temo 😦

      1. Infatti, come avrai letto, Lucia, il quarto non mi è piaciuto affatto. Ma è giusto così: un film in fondo è come la serie di tavole del test di Rorschach, cioè ognuno ci vede ciò che vuole. Fermo restando che molti film sono e rimangono, come tu saggiamente c’insegni, @lammerda, e per tutti 🙂

  8. Io del 3 avevo apprezzato molto il cambio e la rottura con il mockumentary, era cosa inaspettata e intelligente. Però, boh, l’ironia per me è stata davvero terribile, non per la scelta di buttare tutto in vacca, anzi (a quello ci aveva già pensato l’orribile serietà del 2, che è il vero film brutto della serie), ma perché era come scollegata, era fuori fuoco, non si capiva, o almeno io, come e quanto volesse far ridere. E l’ho anche visto due volte, ché magari la prima ero stato solo io a non capire. E invece niente. Comunque adesso mi sparo il 4, mo vediamo 🙂

    1. Del 2 ho un pessimo, pessimo ricordo. Mi sto ripetendo che in effetti potrei provare a rivederlo per confermarlo o smentirlo. Però c’è qualcosa che mi respinge. UN senso di noia mortale, soprattutto.
      Il 4 è molto meno caotico del 3. Ha una coesione maggiore ma a me il 3 piacque un pelino di più 😀

  9. Bello il primo; una discreta merda il secondo; il terzo non mi aveva entusiasmato, ma tutto sommato mi ero divertito. Nel complesso una saga piacevole e che seguo volentieri. Il quarto è pronto lì, non vedo l’ora.

    1. Il secondo sí, è il punto più debole della saga. Questo però è molto più simile al terzo

  10. Rec 3 , per me, rimane superiore. Rec 4 l’ho visto (grazie a proposito) , meglio del primo e del secondo, carino ma visto una volta, finito li.

    1. Io il terzo e il quarto li metto più o meno alla pari, con una lieve predilezione per il terzo. Ma il primo continuo a trovarlo imbattibile.