Top Five di Halloween: I Bus


Sì, lo so, il fatto che oggi sia Halloween ci rimbalza a tutti quanti. Ma ho un improvviso desiderio di cazzeggiare a più non posso,  la depressione profonda mi colse alla sprovvista e non c’è niente di meglio che rifugiarsi nei territori rassicuranti del cinema dell’ orrore.

Inoltre, la classifica di Alessandro mi ha dato l’ ispirazione. E’ stato difficile compilare questa top 5. In realtà, ci sono tanti film che mi hanno spaventato, e grazie al cielo, altrimenti non starei qui a scrivere di filmacci per il mio e (spero) vostro sollazzo. Eppure, cercare di selezionare cinque singole scene, estrapolandole dal film, si è rivelata un’ impresa non da poco, soprattutto dovendo scegliere quale tipo di spavento prediligere. Alla fine ho optato per il classico “Bus”, il salto sulla sedia, cosa che generalmente apprezzo molto poco, ma che, se ci si deve riferire a una scena in particolare, mi è sembrato il criterio migliore di scelta. Non sono mai stata brava a stilare classifiche di questo tipo, ne esco col cuore spezzato per chi è rimasto fuori e con mille dubbi su chi invece ho deciso di inserire. Coi Bus mi viene più naturale. La qualità del film, nella sua interezza, ha poco a che vedere con il momento di spavento improvviso.

Saranno comunque Bus abbastanza particolari, non veicolati dallo sbalzo di volume che ti spara nelle orecchie sette milioni di decibel causando il riflesso pavloviano. Ho cercato di selezionare cosine un minimo più elaborate.

Vediamole!

5.

The Descent (Neil Marshall – 2005): il primo attacco dei crawlers

In questa scena, di botte alle coronarie ce ne sono almeno due.  Non vi dico quali: se lo avete già visto lo sapete, se ancora non lo avete visto dovreste approfittare della notte di Halloween per scoprire uno degli horror migliori del decennio.

4.

L’ Esorcista III (William Peter Blatty – 1990): l’ infermiera.

Un film sicuramente mediocre, ma che contiene uno dei Bus più efficaci che mi sia mai capitato di vedere. Efficace perché del tutto inaspettato e giocato interamente su un campo lungo, senza stacchi di montaggio. Un salto sulla sedia assicurato.

3. 

Lo Squalo (Steven Spielberg – 1975): You’re Gonna Need a Bigger Boat

No, davvero, c’è qualcosa da dire su questa scena? Atmosfera da commedia, calma apparente, e poi quell’ apparizione di pochi secondi. Lo squalo affiora e se ne va. Niente musica. Solo il rumore dell’ acqua smossa dal leviatano. Applausi a scena aperta

2.

Il Bacio della Pantera (Jacques Tourneur – 1942): L’ autobus

Non potevo non inserire la scena da cui prende il nome l’ effetto dello spavento improvviso. D’ altra parte, se l’ è inventato Tourneur e forse, la potenza di questa sequenza è ancora oggi ineguagliata. Ah, e poi, vedetevelo Cat People, che è un capolavoro del cinema che fu. Dai, fate i bravi.

1. 

Halloween (John Carpenter – 1979): You Can’t kill The Boogeyman

Sarebbe da mettere l’ intero film, che è un meccanismo perfetto di tensione e spavento elargiti con equilibrio e stile. E ci sarebbero altre scene del film di Carpenter che mettono lo spettatore a serio rischio infarto. Eppure questa mi è rimasta nel cuore, forse a causa di quella battuta rimasta nella storia. Non si può uccidere l’ Uomo Nero, il Mostro non muore mai.

E quindi, buon Halloween a tutti, che pure ‘sti cazzi, ma è un’ occasione simpatica per vedere film dell’ orrore. Io andrò alla proiezione di mezzanotte di Insidious al Festival di Roma.  E voi, cosa farete?

Modifico un istante il post, perché con il carissimo Hell (ha fatto anche lui una classifica halloweenesca, a proposito), continuando a cazzeggiare, abbiamo ricordato insieme una scena che ha a che vedere con gli autobus, una delle pagine più pregne di poesia della storia del nostro cinema. Eccola, in tutto il suo abbagliante splendore.

42 commenti

  1. Devo dire che sono molto legato alla scena dell’Esorcista III… che mi ricorda un altra scena, sempre a base di forbicioni, stavolta interpretata da Bette Davis. Possibile?

    1. Dici che è una citazione voluta? Sai che non ci avevo mai pensato?
      Ma anche tu sei legato a quella scena? Io la prima volta che l’ho vista ho avuto paura che mi ricoverassero, giuro. 😀

      1. Potrebbe darsi che sia una citazione, perché no? Anche la scena di Bette Davis era piuttosto spaventosa. Il richiamo delle forbici è troppo esplicito. Tra parentesi, che uso hanno le forbici in un ospedale?

        1. mmm…esistono forbici chirurgiche?

  2. Buon Halloween Lucia!Classifica da buongustaia complimenti.Ecco io a L’esorcista III ci sono affezionato,indipendemente dal risultato ci sono alcune idee che mi piaciono molto.

    1. Buon Halloween a te, Fra!
      EH, ma pure io ci sono affezionata, altrimenti non lo avrei inserito 😀
      Poi non è particolarmente riuscito e ogni tanto Blatty sbrocca di gesuitico fervore, però solo con quella scena dimostra di avere delle ottime idee visive.

  3. Oddio ma quello dell’Esorcista è un effetto da applausi, non l’avevo mai visto, sono saltato dalla sedia! A me fece gelare il sangue l’apparizione della faccia del diavolo nel primo Esorcista, Friedkin ce la mise per mezzo secondo, all’improvviso, durante una scena normale

    1. Vero? E chi lo diceva che il buon Blatty fosse in grado di girare una scena così particolare. Uno zompo della madonna.
      Sì, è vero,mi ricordo quella frazione di secondo in cui appare Pazuzu e tu non te lo aspetti e poi giri per casa con le luci accese perché non si sa mai.
      Però non mi entrava…

  4. Ma che bellissima classifica!
    E poi citi “Cat people”, un capolavoro un po’ dimenticato anche dagli appassionati di genere, ma davvero meritevole di ogni lode 🙂
    E poi anche quella scena dello Squalo… mamma mia che salto sulla sedia, la prima volta che l’ho vista!

    1. Io non volevo più entrare in acqua. Poi ho sviluppato una passione morbosa per gli squali. E tutto per colpa di quella dannata scena di quel dannato film 😀

  5. Ah figo, non sapevo che le scene da spavento improvviso si chiamassero “bus”. Devo ammettere che le odio, soprattutto se accompagnate da un volume innalzato apposta per la scena in questione. Li trovo mezzucci, spesso abusati per mascherare una regia che non sa fare il suo mestiere.

    Devo anche ammettere però che hai scelto delle scene che riescono a essere l’eccezione: ho visto solo tre di questi cinque film (mi mancano il quarto e il secondo) e le cinque scene che hai scelto sono comunque molto belle. 🙂 Nono sono bus che mascherano, ma funzionali e particolari. Buon Halloween Lucia!

    Ciao,
    Gianluca

    1. Sì, neanche a me piacciono, ma quando sono gestite in un certo modo, hanno il loro indiscutibile fascino e sono anche esempi di ottima regia. Ce ne sarebbero pure altre (il finale di Carrie, una scena del secondo Venerdì XIII) ma ho inserito quelle che mi hanno davvero lasciata di stucco. E poi sì, Bus deriva proprio dalla scena ne Il Bacio della Pantera, e dall’ apparizione improvvisa di un autobus. Da quel momento in poi (era il ’42), i salti sulla sedia, in gergo, si son chiamati Bus 😀

  6. Con “Lo squalo” hai centrato uno dei film che più mi hanno terrorizzato ! Hai preso pure la scena giusta. Ancora oggi non riesco più a farmi una nuotata in mare !

    1. Eh già…Jaws è una specie di dispensatore di traumi primari infantili. La mia ossessione per i pesciacci cattivi nasce da lì. Solo che io li amo e vorrei provare a immergermi con la gabbia. Ma io sono scema

  7. Neanche a dirlo quella di Fantozzi batte tutti! 😉

    1. Già, fa tanta paura 😀

  8. Io muoio ogni volta che rivedo The Blair Witch Project, quell’ultima scelta, quell’ultimo scorcio di orrore per me sconvolgente.
    E ho buoni ricordi dei primi minuti del Ring americano, quella scena in cui lei scopre che… però dovrei rivederlo, è passato così tanto tempo…

    1. Eh, ma quello non è un Bus…quello fa paura e basta. Anzi, mette anche una certa angoscia. Quello di The Ring a cui ti riferisci sì, è un Bus, un colpo basso tra i più bassi e infidi, però funziona e funziona per due volte nello stesso film.

  9. A proposito di horror e risate,bè ti regalo questo

    http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.com/2011/10/un-urlo-nella-notte-di-fbaldi.html

    che potrebbe essere un dolcetto,perchè è roba italica anni 70,ma anche scherzetto perchè causa crisi mistiche e deliri cafoni

    Ciao,da davide from monza rock city

  10. Farò la brava…

    1. Lo guardi? Il bacio della pantera?

      1. Il torrente lavora per me… Quindi sì, assolutamente. La mia vergogna cinefila è una voragine.

        1. E’ un film splendido. Io sono notoriamente scema, ma mi spavento ancora a vederlo.

  11. Bella questa classifica dei migliori bus.
    Buon Halloween cara Lucia.

    1. Grazie! Buon halloween anche a te!

  12. Blatty i decibel li spara. Però il “mammone” bianco è efficacissimo. Pagherei per interpretarlo anche in una sola scena.
    Magari penso pure io ai miei bus, anche se non li preferisco.

    1. Ma il Bus è sempre un mezzo terroristico di bassa lega. Su questo siamo d’accordo. Solo che fa parte della storia del cinema dell’ orrore. Prima o poi, in quasi ogni horror che si rispetti, il Bus arriva, che noi lo vogliamo o no. Poi se riesci a farne uno senza, tanto di cappello e ci mancherebbe.

  13. Neanch’io ero a conoscenza del fatto che i balzi dalla sedia venissero chiamati bus. Eppure “Il bacio della pantera” è uno dei cult assoluti. Avrei dovuto saperlo:D. Per quanto riguarda le tue scelte sono grandissime scelte. Mi manca solo l’esorcista III perchè dopo il primo mi son dovuto fermare…per forza! Avevo troppa paura dei seguiti…e non nel senso buono. E la genesi mi ha confermato che avevo fatto bene.
    Invece l’hai letta la mia cinquina su CineFatti?:D. L’ho stilata stamattina:D.

    1. La Genesi è un pastrocchio produttivo, prima che artistico, da ricordare con estrema vergogna per chiunque ci abbia mai lavorato. Ma i due seguiti di Boorman e Blatty si lasciano guardare tranquillamente. Vista e commentata, la tua cinquina 😉

  14. Ah ho dimenticato di dire che a me le forbicione hanno fatto riafforare The Burning.

    1. Bè, chiunque abbia un cuore e una spiccata sensibilità, vedendo un paio di forbicioni non può che pensare a The Burning 😀

  15. Volevo dire una cosa che poi avete discusso nei commenti: c’è bus e bus, quello di Tourneur non è certo quello di un Paranormal a caso. Dietro quelli elencati c’è una certa regia, una scelta fotografica di rilievo, suoni, ecc., non una semplice sparata di volume+immagine. In Cat People v’è un abile uso di luci (in tutto il film), di recitazione, tempi adatti ed anche originalità di scelta, per il tempo; nonostante sia il primo della storia non hanno tirato fuori il clou della storia, ma una “variante”. Su Lo squalo hai già citato la diversa impostazione dei toni, mista al minimalismo, sia audio che video (notare la composizione dell’immagine). A sorpresa anche il vituperato Esorcista di Blatty ha tirato fuori un asso: c’è, come dici, la profondità di campo, i colori (tipo quello del vestito dell’omicida), e se non fossero state forbici l’effetto sarebbe stato minore. C’è una sparata audio un po’ abusata, sì, ma audio ben scelto.
    Su Halloween mi sono già espresso sul blog di Nick: Myers, da figura eterea, fisicamente indefinibile, che appare e scompare, insomma, uno spettro, è stato trasformato in capellone selvaggio da un certo tizio, e ciò ha portato via atmosfera da bus quasi permanente e tutto il resto, peccato.
    La scena di The Descent è un filo più patinata, ma mi sono espresso altrove sulla bontà di forma, in più l’emotività delle donne gioca molto a favore.
    Ultimamente, quando vado al cinema, mi lamento di continuo sulla mal composizione di tanti bus attuali, la tecnologia attuale permette audio più immersivo e l’abuso è tanto, davvero la mancanza di idea è sopperita da questo (non che in tempi andati non accadesse, certo, le abilità non occupavano certo la totalità delle produzioni). Ma d’altronde vale anche per tanti altri aspetti del cinema, dell’orrore e non: sostituire le idee con mezzi semplici.

    1. Grazie Luigi, per questo commento così approfondito.
      Il discorso sul Bus in effetti è più complesso di quello che potrebbe apparire. Il Bus, se usato in un certo modo (e ho provato a inserire degli esempi di Bus “intelligente”) è efficace. Lo sbalzo di volume del terzo Esorcista è comunque ben calibrato, è inaspettato sul serio e la paura non è scatenata dall’ audio, ma dall’ ingresso in campo (senza stacchi, solo con una zoomata, per una volta ben gestita) della figura vestita di bianco. Non ci serve neanche assistere all’ omicidio, siamo terrorizzati. Se un Bus è ben realizzato, non deve solo farti saltare sulla poltrona, ma renderti nervoso per il proseguimento del film.
      Su cat people, hai detto tutto quello che c’era da dire. Del resto, l’ espediente l’ ha inventato lui. Vorrei sottolineare il fatto che il Bus di Tourneaur non porta assolutamente a nulla. E’ solo un “dispetto” ai danni dello spettatore (il suono dell’ autobus che sembra un ruggito), ma alla fine il cinema horror è fatto di colpi bassi, che se gestiti con classe, rendono il tutto molto più divertente.
      La scena di The Descent mi ha stupito soprattutto per come è giocata su quel movimento della macchina da presa intorno alle ragazze. E l’ apparizione del mostriciattolo lattiginoso nella telecamera notturna, ammettiamolo, è da farsela nei pantaloni.
      Ultimamente sembra quasi che il cinema dell’ orrore si basi solo su: musica che sale (archi, di solito) e botta di dolby con apparizione improvvisa in CGI.
      Sì, forse l’ abbondanza di mezzi tecnici ha un po’ messo da parte delle soluzioni più creative.

  16. Mi è piaciuta sta selezione di scene, fuori dalle righe. tra l’altro quella dell’esorcista da ragazzino mi fece quasi ricoverare (ricordo che la vidi su vhs e dopo il primo collasso la rividi quelle 5 o 6 volte)

    1. Anche io la vidi da ragazzina (oddio, forse un po’ più grande…13-14 anni) e collassai sul divano in paralisi secca 😀

      1. uhm, direi che ero in seconda media… oddio, credo 12 anni… poi mi chiedono perchè odio gli ospedali

  17. Francesco · ·

    scusate, ma l’effetto Bus non è quando la tensione sale facendo credere allo spettatore che sta succedendo qualcosa e magari arriva l’amico che da la pacca sulla spalla all’interessato e fa scendere la tensione di colpo?

    1. L’ effetto bus nasce in questo modo, poi però il termine gergale si è allargato alla descrizione del botto improvviso, insomma, a descrivere il momento in cui decidono che ti deve prendere un colpo alle coronarie

      1. Francesco · ·

        j’ai compris

        1. Però ci hai raggggione perché nasce con quell’ intenzione: l’ autobus di Cat people è esattamente questo

  18. Fabrizio · ·

    Di The Descent, più che ricordi nitidi di salti sulla sedia, ho invece stampata tuttora nel cervello una delle poche scene che, in vita mia, mi ha fatto distogliere gli occhi dallo schermo per una manciata di secondi.
    Quando una delle signorine-speleologhe.dilettanti picchia la gamba contro la roccia e…

  19. Fabrizio · ·

    Su Cat People non si prescinde da due scene-madri epocali: quella che hai segnalato tu e quella della piscina, per me ancora più clamorosa. Come evocare, dal nulla e con nulla, il terrore puro. La preferenza dell’una o dell’altra dipende dai gusti, ma la grandezza di entrambe non si discute (siamo nel 1942, è bene ricordarlo).

    Chiudo con Halloween, il prototipo di Carpenter: io ricordo una delle scene iniziali, quando le due ragazze passeggiano per minuti interi lungo i viali di Haddonfield senza che accada nulla e, soprattutto, senza che loro non immaginino quale pericolo si celi dietro una di quelle siepi. Lo spettatore, invece, è stato precedentemente avvisato che in giro, nascosto da qualche parte, c’è Michael Myers. Che, ovviamente, mica esce allo scoperto e fa ‘bu’. No. Rimane nascosto.
    Ecco, il pazzesco di quella lunga sequenza è che non succede nulla ma tu stai col cuore in gola uguale.
    Bastano un nome e un cognome: John Carpenter e dici tutto