Fiabe Gotiche – Prime impressioni su American Horror Story

Di solito evito di occuparmi di serie televisive, un po’ perché cinema e tv hanno dei linguaggi differenti, un po’ perché preferisco lasciare che ne parli gente più esperta in materia. E tuttavia le eccezioni ci sono sempre, soprattutto se in ambito horror, dato che nel continuo nascere e morire di produzioni televisive americane e inglesi, è proprio il genere di cui ci occupiamo qui a latitare. Se spesso elementi perturbanti fanno parte di serie non propriamente dell’ orrore, i programmi incentrati sulla paura si contano sulla punta delle dita. Forse perché il mezzo televisivo, con tutti i limiti che lo contraddistinguono, poco si presta a spaventare sul serio. L’ anno scorso è stato rotto il ghiaccio con The Walking Dead, di cui torneremo a parlare. Per il momento possiamo dire solo che le critiche, in gran parte giustificate che gli sono state mosse, derivano proprio dal fatto che un fumetto violento e disperato è stato adattato per il piccolo schermo in una versione per forza di cose edulcorata. Ormai siamo abituati alla violenza, anche estrema, all’ interno di produzioni televisive, ma è come se ci fossero ancora delle sacche di resistenza molto forti a tematiche prettamente horror. O, meglio, è come se ci fossero state, fino all’ arrivo di American Horror Story.

E’ a partire dal titolo che questa serie dichiara i suoi intenti: non devono quindi stupire le situazioni da soap opera e l’ accumulo di personaggi e sottotrame che fanno dello stereotipo e quindi dell’ immediata riconoscibilità, il loro tratto distintivo. American Horror Story è una fiaba gotica tipicamente americana, che più americana di così non si può. Al centro della storia c’è infatti una famiglia, gli Harmon (mamma, papà, figlia adolescente con problemi) che da Boston si trasferisce a Los Angeles e va a finire nel più classico dei Brutti Posti, la magione infestata che svetta come un oggetto anomalo ed estraneo nella città mitopoietica per eccellenza e si porta dietro, a sua volta, una mitologia fatta di omicidi e fattacci assortiti, di cui in maniera piuttosto ovvia, i nostri protagonisti sono ignari e di cui vengono a conoscenza quando ormai è troppo tardi, la casa è stata acquistata, e non resta altro da fare se non provare a viverci, affidandosi a una razionalità sempre più scricchiolante.

Attorno ai tre personaggi principali, si muove una galleria di caratteri secondari che vanno dal weird al grottesco, e che attuano una progressiva erosione del concetto di normalità nella vita della famiglia Harmon, che tanto normale non è già di suo e a cui basta poco per essere trascinata nella spirale a base di follia, apparizioni in cantina, bambine con la sindrome di down che riescono sempre a entrare dentro casa anche con le porte chiuse, vecchie cameriere ninfomani e un vasto assortimento di patologie di ogni tipo, forma e maniera.

Per rendere credibile uno spettacolo di fenomeni da baraccone di tale portata, era necessario avvalersi di un cast all’ altezza della situazione. La famiglia Harmon (Connie Britton, Dylan McDermott e Taissa Farmiga) funziona fino a un certo punto. McDermott, purtroppo non ha né il carisma, né i mezzi per rendere al meglio un personaggio così negativo, mancando quasi del tutto del fascino malsano che si presume dovrebbe possedere. Soprattutto, non regge neanche un secondo il confronto con la Britton. Ma sono gli attori di contorno quelli a cui vengono riservati i ruoli di maggiore impatto. La presenza, in particolare, di due giganti come Jessica Lange e Frances Conroy, entrambe alle prese con personaggi sgradevoli e nerissimi, basta da sola a giustificare la visione di American Horror Story. Centellinate, ma sempre benedette, sono le apparizioni di Denis O’ Hare eAlexandra Breckendrige, splendida e prorompente di sessualità morbosa la seconda, inquietante cattiva coscienza il primo.

Prima però che della famiglia Harmon e degli strani personaggi che gravitano attorno a essa, American Horror Story è la ricostruzione fedele della nascita e sviluppo del Brutto Posto, del luogo infestato e malvagio. La letteratura e il cinema americano ci hanno regalato una schiera quasi illimitata di Brutti Posti (mi approprio della definizione kinghiana, perché mi piace assai): case, alberghi, strade, città intere. E’ un tema che ormai è stato affrontato da qualsiasi prospettiva possibile. American Horror Story si adegua al cliché e lo sfrutta senza alcun pudore. Non può esistere, infatti, una storia dell’ orrore americana, senza il suo Brutto Posto come centro gravitazionale e motore della vicenda.

La casa rappresentata nella serie televisiva possiede tutte le caratteristiche tipiche dell’ infestazione: materializza le paure di chi ci abita o semplicemente ci entra anche per poche ore; ha un oscuro passato di sangue e morte che si manifesta attraverso presenze in grado di possedere i vivi, spingerli a compiere azioni abiette, o ferirli e anche ucciderli; sembra decidere lei chi può essere accolto tra le sue mura e a nulla valgono gli allarmi e le porte sbarrate. Il Brutto Posto, se davvero lo vuole, fa entrare chiunque.

Gestire questi luoghi comuni e portarli avanti con coerenza per 13 episodi non sarà impresa facile. Per il momento, i due autori  Ryan Murphy e Brad Falchuk (Glee, Nip/Tuck) sembrano riuscirci muovendosi sempre sul sottile confine tra psicodramma e farsa, riuscendo a condire la tensione con abbondanti dosi di umorismo macabro e con un senso del grottesco che potrebbe ricordare (fatte le debite proporzioni) Twin Peaks.  L’impressione è quella di una serie televisiva che ha le potenzialità per diventare un piccolo gioiello, ma che è in ogni istante sull’ orlo di un abisso di banalità e ripetizione vuota di schemi collaudati. L’ idea di inserire in un prodotto televisivo tutti i principali temi della fiaba gotica americana in una specie di frullato semiserio  narrato con i toni da imbonitore di freak show, rimane comunque affascinante. Ho qualche perplessità su uno stile di regia un po’ troppo convulso, che tende ad abusare di zoom improvvisi, e di una macchina da presa sempre instabile anche nelle scene di dialogo più innocue. Inoltre il timore è che la storia cominci a girare a vuoto e travalichi il confine di cui parlavamo prima per approdare direttamente alla farsa più spudorata, e magari anche involontaria.

Resta il fatto che in un panorama televisivo abbastanza avaro di produzioni strettamente horror, American Horror Story potrebbe rappresentare un simpatico diversivo, o un apripista per serie future più originali e innovative.

Ah, ve l’ho detto che ha una sequenza titoli davvero ben fatta?

52 commenti

  1. Si, mi sa che la cosa migliore della serie è proprio la sequenza titoli.

    1. Dai, anche Jessica Lange e la governante si difendono 😀

  2. Uhmm il trailer sembra fico….mi hai incuriosità….quasi quasi me lo vado a cercare…magari stasera (un horror di giorno non se può vedè) ci do un’occhiata.
    Grazie per il link, anche se sai che la vedo dura di essere più esperta di te in qualcosa che abbia a che fare con le macchine da presa 😉 in qualsiasi forma esse si esprimano 😉

    1. Guarda, non aspettarti grandi cose. E’ più che altro un bignami degli stereotipi dell’ horror americano. Però, almeno le prime due puntate scorrono via che è un piacere e rivedere Jessica Lange è sempre una bella cosa. E poi c’è la mamma di Six Feet Under!

      1. Mi era sembrata lei nella foto che hai messo….Molto bene “kameraten”, vedrò di prenderne visione nei prossimi giorni…poi ti dico 😉

        1. E poi ne scrivi!

  3. Se t’interessa (attimo di bieca e spudorata autopromozione) sul mio blog ci sarebbe una discussione che potrebbe interessarti. Prima e ultima volta che mi autopromuovo, giurin giuretta. 😉

    1. Parli del megaclassificone? 😀

  4. Esatto! Sapevo che non ti coglievo impreparata. Perdono somma signora delle tenebre romeriane. 🙂
    Dai lo faccio per amicizia. 😉

    1. Ti ho commentato…e commentando mi è venuta un’ idea 😀

      1. Lieto di essere stato utile. 🙂

  5. Mai sentita. Tu che mi conosci, che dici? Fa per me? ^^

    1. Non saprei…se la prendi dal lato del puro cazzeggio magari ti diverti. Io sono interessata alla rielaborazione dei temi gotici, qui ancora non c’è, spero che arrivi, prima o poi. Se rimane com’è, è solo un divertissemant realizzato con cura. ma potrebbe anche peggiorare.

      1. Uhm, sento la gocciolina di sudore… ^^”
        O forse è la presenza del trailer ben visibile… 😉

        😀

  6. mboh ora non voglio ripetere quel che ho già scritto, solo che continuo a non capire perché dovrebbe essere interessante una serie fatta appunto di clichés, non sfruttati in maniera ironica ma affastellati uno sopra all’altro stile jenga, immagino crollerà tutto, non so. poi boh, pare che basti essere guerci per fare le robe di paura qua, o forse c’è dietro la lobby dei guerci non so. a me piace un sacco come tutti entrino ed escano da sta cazzo di casa un po’ come gli pare e il tizio che sta sempre mezzo ignudo e piange ogni due secondi, secondo me ha il poster di nicolotto cage in camera. ah e poi la zoomata carrellata sul biondino mentre parlava è una delle cose più sbagliate che abbia mai visto, roba da taglio delle mani a tutta la crew. bon basta, a me non piace manco game of thrones quindi sto zitto.

    1. Ma l’ affastellamento è per forza di cose ironico. A meno che io non ci abbia capito un cazzo. Il che è molto probabile.
      E, ironia a parte, a me interessa il modo in cui gli americani si ostinano a riproporre all’ infinito la loro mitologia. Se la serie resta così, senza nessun tentativo di rielaborazione, sarà una cagata, ma nel momento in cui, oltre all’ affastellamento, cercano anche di stravolgere qualche cliché, può diventare interessante.
      E poi, vabbè l’ attore protagonista abbaia.

      1. ma infatti è quello che mi lascia perplesso, io l’ironia non ce la vedo. a guardare i trailer tu ti aspetteresti una serie ironica o una che si prende sul serio? poi ovvio, anche io apprezzo gli stravolgimenti di cliché, ma insomma, è da dieci anni che si stravolgono i cliché, ormai è un cliché stravolgere i cliché e con questa chiudo sennò mi vengono a cercare a casa.

        1. A guardare il trailer no, però i personaggi mi sembrano così enormemente sopra le righe che se non ci fosse ironia sarebbero solo siemi.
          Ecco, forse sono solo siemi.
          Il punto è che a me interessano sul serio certi stereotipi, li riconosco e sono felice 😀

  7. Io ho visto una clip su Twitch e l’ho trovata stupenda. Se mi dici che può scadere nel banale, mi ferisci:D. Comunque è vero che il panorama horror per quanto riguarda le serie televisive è un pò trascurato. Ma l’ex canale Jimmy TV trasmise, qualche anno fa, la serie horror (e in generale) più bella che abbia mai visto, seconda solo a Twin Peaks, secondo me.
    Sto parlando di Carnivale. Te la consiglio vivamente. Son 2 stagioni. E’ cominciata nel 2003 ed è finita nel 2005. Davvero fantastica.

    1. Carnivale è una delle più belle serie televisive mai realizzate. Quando la interruppero alla seconda stagione fu un colpo al cuore.
      Il rischio banalità è molto alto, soprattutto se si accontentano di continuare a giocare sui luoghi comuni senza nessun tentativo di essere originali. Vedremo. Per il momento continuo a seguirla speranzosa 😀

  8. Bè,il contributo alla casa maledetta da parte di noi italiani è senza ombra
    di dubbio quel capolavoro dello spavento che è La Casa Stregata,con
    Pozzetto!^_^

    ps:vado un po’ ot. Sul mio blog di cinema http://lospettatoreindisciplinato.blogspot.com
    ho scritto un post su and soon the darkness,se ti va fammi sapere che
    ne pensi.

    1. Eh, ma noi ci abbiamo anche tutta la serie delle case maledette nata sulla falsariga del capolavoro di Raimi 😀 Robba seria!
      Vado subito a leggere e ti commento di là!

      1. Ah,vero!La casa 3-4-5-6-7- quante cazzarola erano
        Mi pare la numero 5 con David Warbeck non era malissimo,ma magara so
        so ‘ li ricordi di un pischello!^_^

        Mi ricordo quella dove c’erano anche Hasselohf pria di bay watch e
        pure la brooke di beutifull se non ricordo male,era la numero 4 forse

        ps:grazie x il commento!

        1. Eh, che tempi, che tempi! 😀
          prego, figurati…è un piacere

  9. Grazie per il link, non so quanto giustificato ma sticazzi, solletica l’ego che è una meraviglia 😉

    Quanto alle considerazioni sulla serie, scritte ovviamente benissimo, ma questo già lo sai, non posso che prendere per oro colato quanto scrivi, essendo, come ti dissi, del tutto ignorante quando si tratta di horror post-anni ’80. Tienimi aggiornato, ché nel caso a fine stagione faccio la classica maratona.

    1. Bè, sei il grande espertone, guru e spacciatore in materia 😀 il link era dovuto.
      A fine stagione faccio io megapost consuntivo. Spero tanto tanto tanto che non diventi una vaccata 😀

  10. Aspetto che finisca prima di tuffarmici, ne leggo abbastanza bene in giro e sono piuttosto curioso. Murphy e Falchuk hanno cose incredibili con Nip/Tuck, un delirio grottesco e crudele che per parecchio tempo giocava sottilmente anche con l’horror e certa fantascienza, se vogliamo esagerare un po’, quindi non posso che essere fiducioso per American Horror Story, perché la struttura narrativa che analizzi sembra proprio pane per i loro denti. 🙂

    Poi, certo, hanno anche fatto Glee… XD

    1. Ecco, il delirio grottesco c’è. Il mio timore è che ci sia solo quello e per il resto fuffa.
      E poi, lo stesso Glee, nonostante la leziosità adolescenziale, aveva i suoi momenti di follia pura. Non so come sia messo adesso, perché mi sono spappolata le palle alla prima stagione.

  11. Sarò sicuramente una boccalona della peggior specie ma ADORO questa serie.
    Concordo che i personaggi migliori e le attrici più grandi sono Jessica Lange e Frances Conroy (la prima soprattutto è geniale), però anche gli altri non mi dispiacciono affatto.
    Più che altro, sono curiosa di capire dove vogliono andare a parare…

    1. Ecco, di quello sono tanto curiosa anche io. Ma proprio tanto tanto.
      E dipende tutto dal dove vogliono andare a parare, perché potrebbe salvare la serie, o coprirla di ignominia nei secoli dei secoli 😀

      1. Lo ammetto, temo che finirà tutto nell’ignominia. Ma non so se hai visto la puntata di ieri sera: a parte la meravigliosa visione di uno Zachary Quinto versione checca sfranta, ne succedono di cose, e ammetto che adesso non aspetto l’ora di vedere la prossima puntata per capire che fine ha fatto la figlia e cosa diamine sta aspettando di partorire la madre, visto che l’infermiera ha fatto una faccia da paura e poi è svenuta XDXD

        1. Zachary è stato straordinario. Io spero che il suo personaggio sia presente anche nel resto della serie.
          No, dai, secondo me si sta salvando dal rischio dell’ ignominia proprio con queste ultime due puntate.
          Bisogna vedere come tireranno le fila del tutto.

  12. La sto recuperando, non avevo molte aspettative, invece leggendo la rece mi sono abbastanza gasato. Poi però nei commenti è finito il mio gasamento, ne sono emersi fattori che non mi convincono: se deve venir presa per puro cazzeggio sono più scontento, pensavo fosse più elaborata! E l’ironia quanto è presente? Non la voglio più, in certi ambiti voglio cacarmi sotto, una buona volta! Eheheh…

    1. Eh, ma se cerchi una cosa che ti faccia paura, American Horror Story non fa per te. Non spaventa mai. C’è tensione, sì, in alcuni momenti, per esempio l’ incipit del secondo episodio è straordinario, però non ti fa cagare sotto.
      Magari andando avanti…forse…

  13. OK, paura no, a spero neanche total cazzeggio! 😀
    Dalla mia ho il fatto che apprezzo le vecchie e classiche leggende, poi dalla recensione pare che una certa atmosfera ci sia; potrebbe “bastarmi”: 😉

  14. OK, paura no, ma spero neanche total cazzeggio! 😀
    Dalla mia ho il fatto che apprezzo le vecchie e classiche leggende, poi dalla recensione pare che una certa atmosfera ci sia; potrebbe “bastarmi”: 😉

  15. L’ atmosfera ci sta, soprattutto negli incipit di ogni episodio. E’ una serie in bilico, che ancora non si capisce che direzione prenderà. Anche per questo è da seguire, io sono curiosa 😀

  16. Sono in cerca di roba decente con cui passare i pomeriggi… e la provo, per quanto da quel che leggo mi farà schifo e probabilmente non arriverò alla fine del primo episodio…

    1. Ehi! Che bello rivederti da queste parti in sede commenti! Sì, probabilmente la schiferai e giù bestemmioni contro chi ti cosiglia stammerda. Però è comunque meglio della nuova stagione di The Walking Dead.

      1. sì, ho letto da Hell di The Walking… a me ha fatto cacare da subito, quindi figurarsi se mi stupisco 😀
        Quest’anno è davvero una stagione magra per le serie tv, comunque. Sto guardando solo robaccia e la guardo per inerzia (per no parlare delle serie vecchie, quelle che devono finire, tipo Fringe e Dottor House. vorrei morire).

        p.s. Dillà non ci sono più! Mi son liberata dalle catene! e sai che ti dico? oggi scrivo sul blog.

        1. Ma lo sapevo che di là saresti sparita, prima o poi, ne ero convinta, guarda 😀 Però, ecco, il blog, quello sì che mi mancava e non immagini quanto. A un certo punto era anche sparito. Mi ero spaventata, cazzarola. E sì, c’è penuria di serie televisive nuove e interessanti. Fringe l’ ho mollata a metà della seconda stagione House non l’ho mai visto. Fortuna che o ho ancora tre serie intere del Dottore più Torchwood con cui drogarmi. E ho anche diffuso il verbo in giro, spacciando puntate e creando nuovi drogati. Dovresti essere fiera di me!

          1. Va beh, è stata una settimana di merda, il blog stava per essere eliminato insieme a… ma no, non parliamone, allarme rientrato, e rieccoci!

            di Torchwood ne avrai quattro ma l’ultima è la cosa più vergognosa che ho visto da parecchio tempo…
            Assolutamente fiera, ora non resta che costringere Hell!

          2. Ecco, se elimini il blog, te ce vengo da Roma a pijatte a sassate, per usare un linguaggio forbito e prepotentemente simbolico. Giusto, bisogna obbligarlo con la forza…il problema è studiare un piano diabolico per legarlo, imbavagliarlo e piazzarlo davanti allo schermo.

  17. (…Eddy esce dalla bara)
    Ciao cara,
    io sta serie me la sto proprio godendo e questo mix di gothic\morbosità\sesso\ciarlatanate\americanate mi sta piacendo davvero parecchiotto…
    Starò diventando vecchio ma dopo “Harper’s Island” penso di aver capito che portare l’horror su una serie televisiva serve, se fatto bene, a creare una sorta di bibbia del sottogenere, includendo dentro di tutto e di più. AHS è davvero uno spettacolo per gli occhi e per la gola. Se l’horror allo scatafascio americano decide di mollare il cinema per perpetrare queste nuove strade, beh, ha già trovato un lurido seguace. Amen. e adesso torno nel buio della mia esistenza… muahahaha!!! 😉
    (Eddy torna nella bara…)

    1. Eddy!!! Ma quanto tempo! Come stai? E il pupo? Ma torni in pianta stabile nella bara o vieni anche a infestare da queste parti ogni tanto? Adesso mi sparo la terza puntata di AMHS e voglio proprio vedere che robaccia si sono inventati!

      1. Ho vsto la terza… se continuano così diventa un piccolo capolavoro, a mio modestissimo parere. Se non l’hai vista aspettati un colpo di scena che solo dei geni potevano tirare fuori… clamoroso…

        1. Viste terza e quarta…bè, migliora a vista d’occhio e spacca considerevolmente. Sempre più personaggi, sempre più sottotrame e soprattutto, sempre più enciclopedia del folklore americano 😀
          Anche nella quarta puntata c’è un colpo di scena mica da ridere 😀

          1. benissimo! Sono in attesa di sottotitoli… sbavo già…

  18. Il trailer superfigo passato su SKY mi ha intrigato abbestia, poi ho visto un estratto breve sul loro arrivo nella casa, e mi ha ricordato Casper (il film con Cristina Ricci). Incubus interruptus, un afflosciamento di pathos quasi fisico. Poi la faccia di Dylan McDermot – non so perché – mi ricorda Ross di Friends, e quindi cupezza e orrore se ne vanno per manina a pumitrozzole. Però la tua recensione, e scoprire chi sono gli autori, mi ha restituito speranza e curiosità. Lo guarderò sicuramente, e poi scriverò qualcosa!

    1. E’ vero, cacchio, adesso che mi ci fai riflettere: l’ arrivo nella casa ricorda Casper e comunque Dylan McDermot è un attore e personaggio inutile.
      Tuttavia, come ho detto, è una serie che affascina. Aspetto un parere, allora!
      Grazie di essere passato!

  19. L’idea che la cameriera giri per casa,come nemmeno Michela Miti maestra di Pierino,solo per gli occhi del povero padrone di casa,mi fa morire dal ridere,ed è già un buon motivo per vederne gli sviluppi.

    1. Ma poi, oh, non scherziamo, l’ abbiamo vista bene la cameriera versione maestra quanto è bellerrima?