L’odore della polemica all’ora di pranzo

Tutto cominciò con la mia idea di scrivere una recensione di questo ibucco, pubblicato dal mio amico Hell ormai più di un anno fa. Una serie di circostanze di varia natura (di cui ho parlato in post precedenti e che non mi va di star qui a ripetere) mi hanno tenuta lontana dal blog per molto più tempo di quanto credessi. Nel frattempo sono accadute cose: tanto per cominciare, Hell ha pubblicato altri due ebook. Coordinate varie per il download le trovate qui. A questo punto, la faccenda di una semplice recensione del suo Girlfriend from Hell mi è parsa piuttosto superata e anche limitante. Solo che avevo già buttato giù qualcosa, tra uno smadonnamento a l’altro davanti all’avid, mentre combattevo con timecode e robaccia simile e mi pareva brutto sprecare il (poco) lavoro che ero riuscita a fare.

Poi è successa un’altra cosa ancora: mi hanno fatto incazzare. In una specie di stillicidio quotidiano, che sembra studiato a tavolino, pare sia iniziata una guerra contro gli autori che hanno le palle di scrivere e autoprodurre ebook da mettere in download gratuito o  a prezzi bassissimi. La guerra parte sia dai cosiddetti scvittovi vevi (rigorosamente con la v al posto della r) sia dagli odoratori della carta. Entrambe sette antichissime e dedite a strambi riti in polverose biblioteche, ove sniffano la muffa che si deposita su vetuste e venerate pagine, ché la carta va temuta, lodata e soprattutto annusata.  Nel mentre mi si è anche rotto l’e-reader e ne ho dovuto comprare un altro e non vi dico come sono stata quelle poche settimane in cui non ho potuto usare lo strumento del demonio. Sembravo una tossica in seria crisi di astinenza. 

Tutta questa tediosa pappardella introduttiva per dirvi che il post che segue sarà lungo, polemico, acido e anche un po’ stronzo. Uno di quelli che vi piacciono tanto, insomma. E che sì, va benissimo, io faccio pubblicità ai libri dei miei amici perché poi gli fornisco le mie coordinate bancarie e loro mi arricchiscono con sontuosi bonifici, così mi posso comprare la pastura con cui nutrire Bruce.  L’ovvia equazione tanti amici che pubblicano ebook – tanti bonifici, mi ha addirittura portato alla malsana idea che un giorno potrò comprare la Bentley di Eden Sinclair. Sì, proprio quella senza specchietto.  E così, da oggi in poi, cercherò di dedicare uno spazio fisso proprio agli ebook autoprodotti, sperando di causare qualche travaso di bile in giro e qualche attacco di sangue dal naso in quelli che sniffano la carta e pensano che ci voglia una qualche forma di licenza per essere definiti scvittovi vevi. Quando poi girando per librerie, si nota che gli scaffali rigurgitano merda puzzolente spacciata per delizia narrativa e tu te ne stai lì in preda allo sconforto di fronte a cotanta scvittuva veva, non puoi che estrarre dalla borsetta il malsano e perfido e-reader e rileggere per la terza volta Girlfriend from Hell, che almeno, porca di quella puttana, evita di sfrangiarti i coglioni a ogni riga e a ogni virgola. Che poi, davvero, è una cosa che succede solo da noi. Leggete questo articolo e poi andiamo avanti. Grazie.

Se bazzicate da queste parti da un po’ di tempo, non devo stare a spiegarvi come e perché nasce GfH. Il punto di partenza è il famoso Survival Blog. L’idea è quella di raccontare una pandemia per cui non esiste cura che nello spazio di pochi anni manda il nostro mondo alla malora. Non zombi, ma infetti. Eppure la sostanza non cambia. Siamo in territorio romeriano e ci sguazziamo dentro come dei bimbi che fanno il bagnetto con le paperelle. Gialle, ovviamente. Da questa esperienza di scrittura condivisa sono nati diversi spin-off e romanzi autonomi (e ne parleremo, anche se io arrivo sempre con quei due o tre secoli di ritardo, ne parleremo). GfH l’ho adottato quasi un anno fa e, bonifico di millemila euri a parte, quando l’ho scaricato e letto, conoscevo il suo autore pochissimo, a stento avevo un blog, non sapevo un beneamato nulla di ebook, e-reader e altre diavolerie simili. Volevo solo leggere una storia in cui un branco di disgustosi infetti assetati di sangue sgranocchiasse più gente possibile. Perché a me queste cose piacciono. E qui da noi non se ne trovano. Gli scvittovi vevi pensano ad altro.

E poi, oltre a gialli sgranocchianti, ho trovato anche altro. Molto più di quello che mi aspettassi. Ho trovato una storia d’amore senza un filo di retorica, eppure dolce, struggente e disperata. Ho trovato un personaggio femminile, filtrato dallo sguardo di un uomo, trattato con delicatezza, empatia e soprattutto descritto tramite la semplice presa d’atto di non poterlo comprendere del tutto. Ho trovato violenza a badilate, ma mai compiaciuta o gratuita, mai messa lì con l’intento sensazionalistico di mostrare una trippa tanto per far vedere quanto si è cattivi. Parliamo della fottuta fine del mondo e cerchiamo di farlo utilizzando il numero minore di stereotipi possibili. Niente nostalgia insistita per quanto si stava meglio quando non c’erano i Gialli (e grazie al cazzo), niente desiderio abbastanza sciocchino di voler mantenere la propria umanità quando tutti diventano belve (chi ha detto The Walking Dead? Io? noooooo). Spesso si è obbligati a comportarsi da belve e non è affatto detto che un comportamento estemporaneo di natura bestiale ti renda un bestia in tutto e per tutto.  C’è la consapevolezza che il concetto di umanità in certe circostanze è superato. E semplicemente si agisce di conseguenza. Ho trovato uno stile asciutto, secco, che sembra quasi uno storyboard di un film, con tanto di inquadrature, campi e controcampi, panoramiche e carrelli. Leggere per credere. Praticamente un film già impostato. Basta solo andare sul set e dire azione. E questo è straordinario.  Roba che molti scvittovi vevi se la sognano la notte.

Sempre nell’ambito della pandemia gialla, qualche settimana fa Hell ha tirato fuori dal cilindro il racconto Offshore. E qui si spinge ancora di più sull’acceleratore dell’assoluta mancanza di speranza, unita a una brutalità che in alcune pagine diventa quasi insopportabile. In Offshore si ipotizza che un sopravvissuto sia rimasto isolato in una centrale eolica in India e che da lì tenti di comunicare con l’esterno tramite un blog per attirare altri eventuali superstiti.  Breve, agile, velocissimo, appena 52 pagine, Offshore mette un’angoscia bestiale e ti immerge nella desolazione più pura, portando alle estreme conseguenze il concetto di cui parlavamo prima: l’idea stessa di essere umano ha smesso di avere senso.

Adesso, voi capite che roba del genere non è di semplice reperibilità nel paese dominato dal volemose bene, ove qualsiasi riferimento a uno scenario che non sia del tutto verosimile (cazzo, la verosimiglianza) viene rigettato come se fosse il male assoluto e conducesse il lettore sulla strada della droga e della prostituzione. Viviamo in un tristo luogo in cui il fantastico, inteso in ogni sua accezione, è considerato alla stregua di un imbarazzante parente scemo da tenere nascosto.  La gabbia del realismo, l’obbligo del drammone ombelicale travestito da commedia di costume, non infettano solo il cinema, ma anche la letteratura. L’intimismo borghese mi ha spappolato le palle più o meno nel ’72. E io sono nata nel ’78. Già con le palle spappolate, quindi. Per fortuna che esistono gli scrittori finti come Hell e altri coraggiosi che se ne fottono, pubblicano le loro storie violente e oscene e mandano a cagare la Verosimiglianza de ‘sto cazzo.  Sì, scusate il portoghese, mi son lasciata trasportare.

Altro giro, altro esperimento. Questa volta si tratta di (ovvove!!!) supereroi. Due minuti a mezzanotte è una round robin  ideata da Alessandro, divertentissima, che consiglio a tutti di leggere, persino a quelli che, come la sottoscritta, non subiscono in maniera troppo forte il fascino del tema supereroistico. Sì, mi diverto a leggiucchiare di tutti quei buffi signori vestiti con abiti strani e calzamaglie e  mi sono goduta The Avengers dal primo all’ultimo secondo. Ma preferisco prenderli a piccole dosi, credo sia un problema di gusti personali.

Lollipop è un racconto che sfrutta l’ambientazione di 2MM. In un certo senso, è un suo spin-off. Ma come spiega lo stesso Hell, tutto parte dalla divina Amber Heard. Dire qualunque cosa su questo racconto vi rovinerebbe la sorpresa. Io vi consiglio di dare un’occhiata ai primi sette capitoli di 2MM al link qui sopra, familiarizzare con scenario e personaggi, e poi tuffarvi a pesce nella lettura di Lollipop. Perché? Perché si tratta di puro intrattenimento, di classe, e a elevato tasso di intelligenza. La dimostrazione pratica che la cosiddetta letteratura “disimpegnata” (termine che detesto e a cui darei fuoco) può essere fatta con stile, ironia, voglia scanzonata di non prendersi sul serio, ma senza trattare chi legge come un povero imbecille dal cervello in stand by.

Altre cose che gli scvittovi vevi dovrebbero apprendere e che invece non apprendono.

La serietà non sta nei temi trattati, la serietà sta nell’approccio con cui questi temi vengono trattati. La serietà di un progetto si misura in base alla cura che l’autore ci mette, alla passione, alla voglia di migliorare e migliorarsi. E tutti questi elementi sono ben presenti nei tre ibucchi di cui ho parlato oggi.

La stessa cosa non si può dire di molta roba che si attacca agli scaffali delle librerie “serie” come un disgustoso parassita.

Buona lettura e un po’ di musica.

48 commenti

  1. Polemico il tuo post ? Per la verità non so darti torto, ormai in certe librerie c’è da rimanere depressi per la pochezza dell’offerta…

    1. Io ogni volta che entro in una libreria ormai vengo presa da sconforto immediato. Ormai è difficile distinguere una libreria da un cesso pubblico 😀

  2. cadi a fagiuolo!
    ho per l’appunto un bel nook book pronto per essere assaltato da tanti piccoli bastardelli della narrativa. e proprio quando stavo cercando di capire come ci si orienta in questo infido e maledetto mondo arrivi tu con i consigli per gli acquisti.
    sarà destino?

    1. E porca miseria, ti cambierà la vita 😀
      Io non riesco più a separarmi dal mio kindle neanche se devo fare tre passi in croce.
      Stai solo attento alla setta degli odoratori che è pronta a strapparti l’e-reader con ogni mezzo

      1. cosa incredibile quella degli odoratori! non sapevo fosse una setta così potente e soprattuto che comprendesse persone a me vicine. ad oggi qualche timido attacco è stato già effettuato ma la mia plateale derisione li ha fermati… per ora.
        ti dirò pure che quella della setta di odoratori sarebbe anche uno spunto narrativo interessante che non la vedrei male all’interno di un bel thriller. io la butto lì, nel caso qualche scrittore anarchico volesse cogliere lo spunto.

        1. Sì, si infiltrano ovunque, sono pericolosi e infidi.
          Ma una bella risata in faccia a un paio di pernacchie li rimettono al loro posto.
          Comunque l’idea narrativa della setta è stata sfruttata in giro per blog amici. Quel bannerino che ho messo tra le immagini (gli acari escono dalle fottute pagine) è il simbolo dell’iniziativa letteraria chiamata appunto odoratori della carta 😀

          1. potevo immaginare che menti più reattive della mia non solo ci avevano già pensato ma addirittura già partorito l’idea. scusatemi ma sono un novello della lettura digitale.

            domandina: esiste un posto, un anfratto, un nascondiglio segreto indove sono ubicati a mo di database i vari racconti sugli odoratori assieme a tanti e-book clandestini?

          2. I vari racconti sono sparsi per vari blog, ma se vuoi un posticino dove andare a recuperare vari ibucchi pieni di gioia e simpatia, eccotene uno! 😉
            http://ilpubdipub.blogspot.it/

  3. Helldorado · ·

    Ma che bel post, concordo su tutto. Infatti è un commento inutile…
    P.s. la copertina di Lollipop è meravigliosa. (AHAHAHAHA!!)

    1. La copertina di Lollipop è un fucking masterpiece!

      1. Helldorado · ·

        Lovvamenti disperati!!! 😀

  4. In realtà è una storia lunga.
    C’è la nazionale supponenza nei confronti della narrativa d’intrattenimento, che ha radici sabaude (neanche poi fossimo questi grandissimi produttori e consumatori di saggistica…)
    C’è l’ossessione per il realismo, che poi è sfumato in verosimiglianza, qualunque cosa voglia dire.
    C’è il concetto di scrittura (e di lettura) come attività elitaria – in fondo il lettore che pretende l’ebook gratis vuole un autore dilettante, che si mantiene con altre attività (o un vitalizio) e nel tempo libero sforna letture per un pubblico di “cognoscenti”.
    C’è l’inesorabile trasformazione delle case editrici in finanziarie, interessate non a vendere una storia ma un “prodotto culturale”.
    L’astio verso l’autoproduzione eredita tutti questi malcostumi, oltre all’effetto nostalgia dei “bei vecchi tempi”, quando gli uomini erano veri uomini, le donne erano vere donne ed i libri erano veri libri, ed avevano un profumo meraviglioso.
    Mai letti, eh, ma sniffati di continuo.
    Cambierà – come è cambiata nei confronti dei CD, della televisione, delle gonne corte, delle automobili, della postura eretta, della respirazione attraverso polmoni e non branchie.
    Ma ci saranno sempre quelli che si lamenteranno.
    Ora, proprio attraverso quegli strumenti e quei meccanismi sociali che detestano, possono dirci la loro.
    In continuazione.

    1. Ecco. Il paradosso è proprio l’uso sistematico dei mezzi che loro stessi schifano per mano di legge. Però se si tratta di attaccare chi semplicemente prova a spostare un minimo gli equilibri, va bene utilizzarli. Ed è come dici tu: un continuo, una specie di attacco sistematico portato avanti con un’ottusità che fa quasi paura. O forse sono spaventati loro perché faranno la stessa fine della respirazione tramite branchie.

  5. entropia2.0 · ·

    “La serietà non sta nei temi trattati, la serietà sta nell’approccio con cui questi temi vengono trattati. La serietà di un progetto si misura in base alla cura che l’autore ci mette, alla passione, alla voglia di migliorare e migliorarsi. E tutti questi elementi sono ben presenti nei tre ibucchi di cui ho parlato oggi.”
    Parole sante, Lucia. Sante.

    1. Benvenuto e grazie per il commento e il sostegno 😉

  6. Intanto mi sono scaricata Offshore e poi… ti farò sapere 😉

    1. Ecco! Perfetto. Questo post ha un senso se poi le cose che tento di consigliare vengono lette.
      Fammi sapere, perché ci tengo e se puoi manda anche un feedback a Hell

  7. Guarda Lucia (spero di poter usare il ‘tu’) non vedo polemica nel tuo post. Ma la sacrosanta verità. E se questo può dar fastidio, beh, son fattacci di chi non vuol aprire gli occhi, ma soprattutto la mente. Giusto per curiosità, riesci a viver bene con i bonifici dei tuoi amici scribacchini 🙂

    1. Il tu è obbligatorio altrimenti comincio a sentirmi piuttosto anziana e piombo in crisi maniacodepressiva 😀
      Ci vivo benissimo! Ieri ci ho addirittura portato a cena la mia fidanzata immaginaria Rhona Mitra 😀

  8. *O* (e non riesco a dire altro…)

    1. Gianlucaaaaa!!!!
      *O*

  9. moretta1987 · ·

    Grande post Lucia:-)

    1. Grazie! 😉

  10. Io sono un amante della carta, ma non ci vedo niente di male negli ebook, le due cose non solo possono benissimo coesistere, ma per come la vedo io in questa maniera c’ è più scelta per i lettori.
    Sui cvitici e sui vevi scvittovi non occorre che ripeta come la penso, per il resto concordo appieno con Davide. Cambieremo, evolveremo, ma non certo tutti assieme.

    1. Ma infatti l’idiozia secondo me sta nella contrapposizione. Io sono piena di libri di carta dentro casa, tanto che tra un po’ esco io per fare spazio a loro.
      Solo che questo non esclude l’uso di un e-reader, che è pratico, comodo e ti permette di portarti in giro tanti libri in un taschino.
      Sono cose che possono coesistere tranquillamente. Perché accanirsi?

  11. Perchè noi c’avemo rabbia e perchè a noi “la “Qualità” c’ha rotto er cazzo!” E allora daje de “monnezza gratuita e scaricabile” che a quei cVitici je mannamo la Magnesia sul serio per digerire tanta monnezza 😉

    1. E ricordate de mannalli affanculo! affancuuuuloooo!!!!

  12. Io sono una convertita al reader grazie ad un marito esasperato da una casa piena di polverosi volumi. Scaricato “Girlfriend from hell”. Ti faccio sapere.

    1. Anche la mia casa straborda 😀
      poi l’e-reader è giunto a cambiarmi la vita.
      Più che a me, se scaricate e leggete, fate sapere all’autore, che il feedback fa sempre bene.
      Grazie 🙂

  13. Novantadue minuti di applausi in piedi!!! 😀

    Comunque ha ragione Davide quando dice che qui da noi oramai la lettura è vista come una cosa elitaria, e i libri sono sempre più in funzione Ikea, ossia come soprammobili.
    Come se io non le sentissi certe sciure qui a Milano: “Ma l’ultimo di Saviano l’hai preso?” “Sì, sta proprio bene in sala vicino a quello della Maraini!”.
    Quasi quasi sono più rispettabili i bimbominkia che leggono Tauligh. Ok, no, scherzavo 😛

    PS: grazie per i link!

    1. Belli, tutti ordinati negli scaffali dei salotti bene, ma mi raccomando, mai letti che fa male 😀
      E’ una bella lotta tra gli scvittovi vevi e i bimbiminkia. Alla fine credo siano semplicemente due facce della stessa medaglia. Gli uni sostengono e nutrono gli altri e noi ci troviamo nel mezzo.
      E figurati per i link. Mi sto divertendo tantissimo con 2MM 😉

  14. l’ ultimo bonifico mi è tornato indietro mi ridai l’ IBAN non vorrei aver scritto male…sottoscrivo sino all’ ultima riga.!
    Fai i grattini a Bruce da parte mia e digli che poi gli porto due sub per giocare appena vengo a trovarlo

    1. Cacchio, ecco perché ieri sera Rhona ha dovuto pagare lei la pizza…per poco non mi menava!
      Bruce deve imparare e distinguere tra cibo e giocattoli. Continua a usare le tibie dei musicisti come paperelle e questo non va bene 😀

  15. Giuseppe · ·

    La polemica spesso è tale solo agli occhi di quegli insopportabili apatici ai quali va bene tutto così come sta, e che magari si credono pure saggi da perfetti coglioni quali sono…a quello che ho letto hai solo fotografato delle sacrosante verità, e quello che mi dà più fastidio è che i cosiddetti autoproclamatisi scvittovi vevi (oltre a essere realisticamente e pallosamente monotematici, va ricordato fino alla nausea, e che mai oserebbero affrontare anche solo uno dei temi trattati dalle auto-produzioni) possono comunque continuare a contare su editori prestigiosi e ancora peggio su vecensovi compiacenti, capaci di incredibili iperboli pur di nascondere l’ennesima minestra mal riscaldata agli occhi di chi avrà la somma sfiga di comprarsi l’ennesimo “capolavoro”…voglio sperare che questa piaga raccomandatoria non arrivi a intaccare anche il settore dell’e-book, certi simil-papponi sono capaci di riciclarsi dappertutto…
    P.S. Pur ibuccando anch’io qua e là mi trovo ancora -come sai- a essere un cartaiolo (non feticista 🙂 ) …e non vorrei trovarmi colto di sorpresa con un libro in mano dalla concorrenza, che poi magari si fanno prendere la mano tipo Fahrenheit 451 😉

    1. No, ma la concorrenza non farebbe mai del male alla carta 😀
      La concorrenza sa che le due cose coesistono pacificamente e la guerra esiste solo nella testa di qualche pazzo feticista.
      Sul fatto dei cvitici compiacenti, è un’altra cosa che avrei voluto scrivere nel post, ma alla fine diventava troppo lungo e tedioso. Per fortuna che l’hai scritta tu nel commento 😉

      1. Giuseppe · ·

        E’ che non ne posso più di cevta gentaglia…e di parlarne o scriverne male non ne avrò mai abbastanza 😉

  16. narratore74 · ·

    Mi sembra che di polemica, nel tuo post, non ce ne sia poi così tanta. Anzi, ho letto molto attentamente e quello che ho percepito è stata una forte e potente voglia di distrarsi dal solito circolo vizioso in cui pare precipitata l’avte (vedi, ho usato la v pure io!).
    Questa non è polemica, è alzare la testa e dire le cose come vanno dette. La polemica è per i politici, non per noi! 😀

    1. Ah, l’avte, quando l’avte eva l’avte e non c’evano gli ebook cattivi a vovinavla 😀 😀
      Grazie Paolo 😉
      Avevo questo post in testa da un sacco di tempo, ma temevo di esagerare. Commenti come il tuo mi fanno capire che ho scritto una cosa giusta

  17. Eccomi. Commento di ringraziamenti. Per Lucy ❤ e per quelli che hanno scaricato i miei lavori. Grazie.
    Sulla polemica del cartaceo e dei suoi odori, già impreco quasi tutti i giorni sul mio blog, non mi sembra il caso di farlo anche qui.

    @ 8ren4
    Il più bel commento che mi sia capitato di leggere da mesi a questa parte. Senza ironie. 😀

    1. Cap, grazie a te ❤
      Ho imprecato io questa volta. E non sarà l'ultima (evil laugh)

  18. mandarino · ·

    Se smetto di ridere, commento. 😀
    Lucy, ti ho già dichiarato il mio imperituro amore? Sì? Vabbè, ribadisco.

    1. Ed è amore imperituro anche da questa parte 😀
      ti lovvoabbestia, Giusy ❤

  19. grazie Lucia! (tra le innumerevoli scoperte di oggi c’è anche il fatto che i “rispondi” nei commenti hanno un numero limitato)

    1. Sì, perché poi il dannato wordpress trasformava i commenti in sottilette 😀

  20. topomagico · ·

    La diffidenza verso gli autopubblicati digitali è il regno del corto circuito. Non mi dilungo sul fatto che la robaccia si possa trovare su qualsiasi supporto. Sfruttare questo banale dato di fatto per avvalorare la propria tesi è da folli. Anche una tazza da tè può uccidere, ci insegnava Vincent Sinclair, filosofo contemporaneo; dobbiamo dunque impedirne l’acquisto previo test della personalità?
    I lettori in questione perseguono l’annullamento di se stessi in quanto lettori, perché se è il pubblico l’unico a decretare il valore dell’opera, non c’è nulla di più diretto, coraggioso e sincero di un testo offerto (2,99 è più vicino allo 0, rispetto al 9,90 sventolato come prezzo rivoluzionario), aperto, libero di essere letto. Sarà bello, oppure orribile; in apertura, nel finale, a pagina 70. Ma senza aprirlo (s)parlarne è vano.

    1. Infatti si tende a parlare delle cose senza conoscerle. Non è detto che un romanzo autoprodotto non abbia lo stesso valore di uno che si trova in libreria. Si legge e si giudica. Semplicemente, c’è solo più possibilità di scelta. Ma forse è proprio questo che mette in crisi gli scvittovi vevi

  21. Niente, devo proprio comprarmi un eReader! Basta trapanarsi gli occhi davanti al pc! Il mondo degli ebook autoprodotti sforna in continuazione materiale troppo interessante per essere ignorato. Certo, visto che chiunque può pubblicare quello che vuole, non è detto che la qualità sia sempre alta. Ma siti come http://ilpubdipub.blogspot.it/ , che ho scoperto proprio grazie a questo post, ci aiutano a scegliere cosa tirare giù.
    Almeno, in questo ambiente c’è sincerità e vera passione. I libri “veri” ormai sono dedicati a autori strafamosi a cui viene pubblicata qualsiasi ciofeca (vedi Stephen King, che continua a scrivere le stesse cose che scriveva negli anni ’80 e tutti continuano a comprarlo sperando che ne riesca ad imbroccarne di nuovo una) o robaccia dedicata alle ragazzine delle medie o di età mentale equivalente, tipo vampiri innamorati o fantasy con ragazzini di campagna che si scoprono figli di re decaduti… dev’esserci stato un re particolarmente prolifico, da quelle parti!
    Ora, io sono contento che i ragazzini delle medie leggano qualcosa. Non è mica una cosa così normale, al giorno d’oggi! Ma è possibile che leggano solo loro? Il punto è che a me la saga di Twilight me l’ha “consigliata” mia cognata (e per questo me la pagherà molto cara), che non è più proprio di primo pelo.
    Il punto è che la “grande” editoria mette sul mercato quello che la gente vuole leggere. Se la gente vuole leggere la storia di Del Piero, allora fanno bene a dargliela. E’ un problema di cultura. A questo punto, bisognerebbe capire chi decide in che direzione spingere la “cultura”. Bisogna capire se è un cerchio o una spirale. Se c’è un centro da cui partono gli ordini, o è solo un cane che si morde la coda da solo. Per rimanere nell’esempio del calcio, com’è possibile che in ogni benedetto telegiornale vengano dedicati dieci minuti al calcio, anche se non è successo un accidente di niente, e manco un minuto ad altri sport, nei quali magari abbiamo anche atleti di prim’ordine? Voglio dire, si parla tanto di calcio perché alla gente piace quello, OPPURE alla gente piace il calcio perché è quello che gli viene propinato in continuazione? I nostri gusti vengono deviati nella direzione voluta da qualche “potere forte” che possa sfruttare la cosa commercialmente? O siamo proprio solo stupidi noi?
    Ma forse sto andando un po’ fuori tema.
    Tornando all’editoria, gli ebook autoprodotti sono “sinceri”, scritti da gente piace scrivere e a cui piace che quello che scrive viene letto, che ama i complimenti e accetta le critiche. E’ qui che è rimasta la vera “passione”. E’ qui che si trova chi ama ciò che fa. Nella grande editoria ormai contano solo più i soldi.
    Uff.. Il commento più lungo che ho mai scritto…
    Il Moro

    1. No, non è lunghissimo! è un bel commentone 😀
      e aggiunge una cosa molto interessante sul fatto che la possibilità di scelta in libreria è sempre più limitata.
      Ed è un problema grosso, perché è la mancanza di scelta che devia il gusto. Ci impongono di leggere quello che dicono loro. E fanno quindi la guerra agli ebook perché così continuiamo a comprare quello che più gli aggrada.
      Però noi invece ce ne fottiamo e scegliamo. 😉